Una zia risaputa mistress, il racconto di un nipote seviziato
La zia ‘cattiva’
Non avevo molta confidenza con mia zia Laura e rari erano stati gli incontri tra noi. Sapevo che mia madre non aveva stima per lei non perché cognata, ma non conoscevo la ragione.
Me la ricordavo come una signora elegante ed era questa una impressione che avevo avuto quando la incrociavo in quelle circostanze dove la famiglia era costretta a riunirsi.
Quelle volte che i miei genitori ne parlavano tra loro, smettevano di farlo non appena avvertivano la mia presenza.
Preso com’ero dai miei diciassette anni, avevo ben altro per la testa: la scuola, gli amici, gli interessi e le pulsioni che il sesso sollecitava e che cercavo di calmare come potevo.
Non avevo ancora conosciuto com’era il fare del sesso con una donna e non avevo una ragazza a causa della mia innata timidezza e di sciocchi complessi che mi inibivano senza ragione.
Un giorno sentendo parlare mia madre con una sua amica della zia Laura, ebbi modo di scoprire che era considerata una poco di buono, una mangia uomini e una perfida dominatrice.
L’incontro
Ci sono cose che avvengono per caso che ti cambiano la vita. Quando mi svegliai quel sabato mattina, la casa era deserta: i miei avevano deciso di andare fuori città per il week-end.
Non avevo alcun programma per quel giorno e mi trovavo bene a poltrire sotto la coperta. Come avveniva quotidianamente, le mie pulsioni si erano presentate tanto che mi trovavo con l’uccello in mano per menarmelo ma non ci fu tempo a soddisfare l’esigenza di placare la voglia che suonò il campanello.
Mi riassettai alla meglio e corsi ad aprire.
Quando aprii la porta e vidi la figura di zia Laura mi fu difficile non avere un moto di sorpresa.
‘C’è tuo padre?’ chiese entrando decisamente in casa.
‘No, sono fuori per il fine settimana’ risposi chiudendo la porta e seguendola come un cagnolino.
La zia entrò in sala e si impossessò del comodo divano dove si stiracchiò. Mi sedetti di fronte indeciso sul da farsi ma curioso di vedere la zia mangia uomini. Sarà che pochi minuti prima me lo stavo menando ma la trovavo decisamente sexy, oltre ad una sua natura di dominatrice.
Aveva un corpo sinuoso che si intuiva dall'elegante tailleur che le disegnava le forme dove meritavano un posto d’onore sia le formose tette che il culo alto e sodo che avevo notato seguendola mentre attraversava l’ingresso.
Aveva un’aria da porca, da vera Milf tutta fuoco sempre infoiata.
Le sevizie
Ma anche zia Laura mi stava osservando.
‘Sei cresciuto’ ed indirizzò il suo sguardo verso il rigonfiamento che era ancora presente all’altezza del mio inguine.
‘Ti stavi tirando una sega?’ disse provocatoria. Io, timido per natura e colto di sorpresa non sapevo come uscirne fuori mentre zia si era alzata venendomi incontro.
Poi, senza dire altro, si alzò la gonna facendomi vedere le mutandine trasparenti e il nero del suo pelo che mi stava sbattendo in faccia.
‘Se vuoi godere –disse- devi ubbidirmi’. Ipnotizzato da quella visione e dalla prospettiva di raggiungere un insperato orgasmo, annuii con il capo.
‘Leccami i piedi e fallo bene‘, senza fretta e così dicendo, si tolse le scarpe di vernice nera con tacco da troia, lasciando nudo un piedino curato dove lo smalto rosso delle unghie appariva un inno allo stupro.
In silenzio e a ginocchio, cominciai a leccare i piedi di mia zia, prima un piede e poi l’altro mentre lei si era tolta la giacca del tailleur restando solo con un body di pizzo che raggiunse poco dopo il pavimento.
Era bellissima così nuda. Il petto era perfetto e le aureole ben disegnate erano dominate da capezzoli dritti. Il tanga le scivolava dentro all’incavo del culo e la sua fica esplodeva in tutto il suo splendore.
Mi fece sdraiare sul divano dopo avermi legato i polsi dietro la schiena con la cintura dell’accappatoio, lasciandolo aperto sul davanti da dove s’innalzava il mio uccello dritto.
‘Ora devi leccarmi il culo e in cambio ti farò godere’. Ubbidii ben felice, vincendo la ritrosia di infilare la mia lingua dentro il suo orifizio e, anzi, provandoci gusto.
La sentivo gemere prima che si impalasse sopra di me, cavalcandomi velocemente e facendomi schizzare subito. Ma non smise e sentivo il mio uccello ancora pulsante che veniva scopato per la prima volta da quella calda fica tracimante piacere.
Zia si alzò e afferrò l’uccello stringendolo fino a farmi male facendomi urlare. La sentivo godere e impartirmi nuovi ordini. ‘Sei il mio schiavo e ogni settimana devi venirmi a trovare e se non lo farai, ti punirò in modo crudele’.
Così facendo, prese un vibratore dalla sua borsa e me lo schiaffò in mezzo alle natiche spingendo forte e sverginando il mio culo. Il cazzo si drizzò di nuovo e questa volta lo prese in bocca succhiandolo avidamente e ricevendo tutta la sborra dentro di se.
Divenni il suo schiavo da allora e ogni settimana la accontento in tutte le sue richieste. In fondo è mia zia.